Alcuni testi su Chiancone
La coerenza della pittura
di Daniela Bellotti
Alberto Chiancone è una delle figure più interessanti della pittura napoletana e italiana della prima metà del secolo scorso, nato a Porto Santo Stefano nel 1904 da genitori napoletani, si trasferì ancora adolescente con la famiglia a Napoli, dove fu brillante allievo, poi professore alla cattedra di Decorazione pittorica ininterrottamente dal 1942 al 1976.
L’alto profilo della sua carriera è testimoniato da un curriculum ricco di mostre e partecipazioni importanti, tra le quali vanno per lo meno ricordate negli anni giovanili le esposizioni sindacali fasciste verso la fine degli Anni Venti, e le numerose Quadriennali di Roma, da quella del ’31 a tutte le successive edizioni fino al ’59; anche alla Biennale di Venezia Chiancone partecipò ripetutamente, dalla XX Biennale (era il ’36) con cinque dipinti, fino alla sua ultima nel dopoguerra (era il ’48); nei decenni seguenti si susseguirono mostre personali e collettive in Italia e all’estero, nel ’52 vinse il primo Premio Michetti, nel ’64 partecipò al Suzzara; sono tutti segnali della diffusa attenzione verso la sua opera, che non cessò neppure dopo la sua scomparsa, avvenuta a Napoli nel dicembre del 1988.
Alberto Chiancone un poeta della pittura
di Francesco Chiancone (Verio)
Ricordare mio padre Alberto Chiancone in occasione del centenario della nascita, rivolto innanzitutto al pubblico bolognese, mi dà la possibilità di farlo conoscere ad una città, ricca di tradizione, dove non espose mai, quando era in vita, con una mostra personale.
Chiancone, invece, tenne contatti con artisti bolognesi, in testa Bruno Saetti, con il quale condivise la sala XXIII, insieme ad altri ed ognuno con una parete personale, alla Biennale di Venezia del 1936. Sempre con Saetti partecipò alla Mostra Internazionale di Barcellona del 1929 e ad una serie di Mostre d’Arte Italiana all’estero, tra il 1934 e il 1935, nel circuito che toccò le città di Praga, Varsavia, Cracovia, Bucarest, Sofia e Budapest senza contare le altre rassegne che li vide entrambi presenti come le Quadriennali di Roma.
Piero Girace
Conosco Chiancone da oltre un trentennio, e l’ho sempre seguito con vivo interesse nelle sue graduali e ponderate evoluzioni stilistiche e poetiche, nelle sue frequenti affermazioni, provando sempre un senso di sorpresa e di commossa ammirazione di fronte alle sue creazioni pittoriche tutte intese ad un sentimento di segreta intimità.
Non poche volte mi sono recato in quel suo studio alto di Via Tito Angelini, nelle prossimità della certosa di San Martino, dove da vari lustri il mio amico lavora in solitudine, nel poco spazio tra i molti quadri ammonticchiati intorno.
La prima volta mi ci recai nel 1934. Alberto Chiancone in quel tempo era alle prese con i nudi di sapore pompeiano, ed in piena reazione a certa pittura aneddotica e piacevole, che aveva ancora consenso e seguito a Napoli.
Egli non è un istintivo puro, né un un impulsivo focoso, ma un ricercatore instancabile, che scava entro di se e da alla sua pittura il tono giusto della sua spiritualità e della sua esperienza tecnica.
Raffaele Nigro
Ho avuto il primo approccio a Chiancone frequentando la quadreria Lamorgese, un collezionista che vive nella mia città: le sarte, le ballerine, i pulcinelli di quel limbo silenzioso che traspare da un mondo che solo in superficie sembra seguire la maniera napoletana. Nelle lunghe conversazioni con Benito Gallo Maresca ho poi approfondito una conoscenza rimasta fino ad allora solo di pelle. Gallo Maresca è stato allievo di Chiancone, all’Accademia di Napoli e, dal maestro ha mutuato la necessità di dipingere dal vero, di leggere nel libro della realtà per potersi poi astrarre e ricavare una propria idea del mondo.
Vittorio Sgarbi
Non gode ancora di troppa considerazione critica la pittura napoletana fra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso.
Un periodo cruciale per la pittura italiana, con le influenze dominanti di Milano (Novecento) e Roma (Valori Plastici, Scuola di Via Cavour), e Torino (Gruppo dei Sei) per confrontarsi con una direzione in parte estroversa, più legata alla necessità del rapporto con i francesi moderni piuttosto che con la tradizione nazionale; e ancora con altri centri ugualmente impegnati in sforzi di modernità contro lo spettro del provincialismo (Venezia e Bologna, per esempio), con le grandi commesse pubbliche di Sironi e il secondo Futurismo, anche quando svolto a livello goliardico e dopolavoristico come unione nella nuova nazione artistica promossa dal Fascismo
Le opere: galleria fotografica
- Opere anni venti e trenta
- Opere anni quaranta
- Opere anni cinquanta
- Opere chiariste 1947-54
- Opere anni sessanta
- Ciclo su Venezia 1968
- Opere anni settanta
- Opere anni ottanta
- Disegni e Grafiche
- Copertine cataloghi
- Teatrino di Corte, Palazzo Reale di Napoli
- Tessere Biennali e varie
- Mostra d'Oltremare Napoli
- Stazione Marittima di Napoli
- Fotografie Chiancone e varie